Cattedrale

La Cattedrale fu costruita, sopra l’antica Chiesa di S. Eustachio, tra 1203 e il 1270, per volere del vescovo Andrea, che per renderlo ancora più maestoso fece alzare di 6 m. il piano di calpestio. E’ dedicata alla Madonna della Bruna e a S. Eustachio, protettori della città.

La pietra della Vaglia ben si prestò alle linee del stile romanico pugliese.

La porta maggiore è caratterizzato da un elegante intreccio a canestro; sull’architrave è posta la statua di Maria SS. della Bruna, patrona della città, affiancata dalle statue di S. Pietro e S. Paolo, scolpite dallo scultore locale Altobello Persio nel 1540. Alle estremità della facciata nel XIX sec. sono state collocate le statue di S. Eustachio e S. Teopista.

In alto un meraviglioso rosone a 16 raggi simboleggia la ruota della fortuna ed è sormontato da una statua dell’Arcangelo Michele e con due figure maschili ai lati ed un’altra in basso che funge da atlante. Il rosone è affiancato da 4 colonnine, mentre dal frontone scendono altre 12 archetti pensili, sostenuti da telamoni, simboleggianti rispettivamente i 4 Evangelisti ed i 12 Apostoli.

Nella facciata destra, vi sono altre due porte (le due porte della facciata laterale sinistra sono state chiuse), delle quali la più caratteristica è quella posteriore, detta Porta dei leoni per i due leoni scolpiti nella pietra che la fiancheggiano accovacciati reggendo le colonne. Nella lunetta sormontante l’altra porta, detta Porta di piazza, è inserito un bassorilievo raffigurante Abramo.

Sul lato posteriore sinistro vi è il campanile, coevo alla chiesa, alto 52 m ed a 4 piani, di cui tre con bifore ed il quarto con monofore, sormontato da una piramide di epoca posteriore.

Presenta un impianto a croce latina, ripartito in tre navate da 10 colonne con capitelli medievali figurati. Ha subito notevoli rifacimenti specie negli anni 1703 e 1776, ad opera di Mons. Brancaccio e Mons. Zunica, che trasformarono l’originario stile prettamente romanico “in una ‘domus aurea’ splendidamente barocca.

La copertura a capriate della navata centrale fu celato da un controsoffitto ligneo dorato e decorato da affreschi 700eschi.

A destra dell’ingresso è sulla parete, il Giudizio Universale, unico frammento superstite della decorazione pittorica medievale attribuito a Rinaldo da Taranto; nell’ordine inferiore la teoria dei Ss. Pietro, Giuliano, la Madonna col Bambino e S. Luca, del secondo ‘400. Continuando sullo stesso lato, sopra la 1°porta d’accesso è La Madonna delle Grazie tra i Ss. Ilario e Giovanni da Matera, attribuita a Domizio Persio. Sulla Porta dei Leoni, tela con S. Gaetano di Carlo Rosa (1652). L’ultimo altare accoglie il polittico di Vito Antonio Conversi.

Sul presbiterio si leva il tiburio quadrato terminante a cupola. Sull’altare maggiore è la Vergine con santi di Fabrizio Santafede (1580); dietro si sviluppa il coro ligneo (1453), opera Giovanni Tarantino e composto da 50 stalli con pannelli raffiguranti, tra gli altri la Madonna, gli anacoreti e i santi. In alto, troviamo l’imponente organo a duemila canne, opera dei fratelli Ruffatti di Padova (1955).

Sulla parete di fondo del transetto sinistro è il pregevole dossale d’altare, realizzato nel 1539 da Altobello Persio e dedicato a S. Michele: decorato con delicati fregi rinascimentali, mentre nelle nicchie ci sono la Madonna e 4 Santi, e la predella a bassorilievo ospita l’Ultima cena.

Sulla navata sinistra si trova la cappella in cui è conservato un prezioso presepe del 1534, con statue in pietra policroma di grandi dimensioni, opera di Altobello Persio con la collaborazione di Sannazaro d’Alessandro, ispirato alle grotte e agli abitanti dei Sassi.

Nella navata sinistra c’è la Cappella dell’Annunziata, eseguita nel secondo quarto del ‘500 forse da Altobello Persio: le pareti sono a nicchie e la volta a cassettoni, la statua in pietra sull’altare raffigura la Vergine e l’angelo, quelle ai lati i Ss. Rocco e Caterina d’Alessandria; nella lunetta superiore è una pietà di Altobello Persio. Il 3°alatre è dedicato a S. Anna, con tela della Santa con Madonna con Bambino di Francesco da Martina (1633). Il 1° altare, eseguito a Napoli, nel XVIII sec., dedicato alla Madonna della Bruna, vi è inserito l’affresco omonimo del 1270.

Sulla controfacciata d’ingresso è visibile lo stemma della città: un bue con tre spighe di grano in bocca. Sulle corna vi è la corona gigliata angioina ed in basso si legge la scritta: “Bos lassus firmius figit pedem” che significa “il bue stanco punta più saldo il piede”.

Testo a cura di Renato Favilli, Guida Turistica